Presidio a Cagliari sotto il Consiglio Regionale
Il giorno 7 maggio 2025, in occasione dello sciopero dei Cobas Scuola contro tutta la politica scolastica degli ultimi anni, come Cobas Scuola Cagliari, insieme ai coordinamenti docenti precari: ESP – Educazione senza prezzo, Precari sardi in cattedra, Coordinamento docenti idonei esclusi, abbiamo organizzato un presidio sotto il Consiglio regionale.
Durante la mattinata si è svolta una discussione su alcuni dei principali problemi che erano alla base dello sciopero: la critica alle prove INVALSI, più dannose che inutili, le Nuove indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado; l’impoverimento progressivo di docenti e ATA, anche per la debolezza sindacale; l’ulteriore riduzione degli organici di docenti e ATA, prevista dalle norme della Legge finanziaria; il dimensionamento scolastico che ha creato istituti ingestibili; ci si è soffermati sui molteplici aspetti assurdi dei nuovi sistemi di assunzione, caratterizzati da concorsi non più abilitanti, dalla assoluta mancanza di trasparenza di tutte le procedure di nomina, dal mercimonio dei titoli, compresi dei nuovi percorsi di abilitazione a pagamento, che non garantiscono alcuna formazione degna di valore; e che rafforzano la situazione di precariato in cui è costretta a lavorare una sempre maggiore massa di docenti a ATA, a cui si oppone la richiesta di immissione in ruolo dei/le docenti con tre anni di servizio e dopo 24 mesi per il personale ATA.
Si è anche esaminato l’ultimo scandaloso decreto 32/2025 che prevede la conferma dell’insegnante di sostegno su richiesta delle famiglie, che comporta lo stravolgimento delle graduatorie e di ogni criterio oggettivo.
A fine mattina una piccola delegazione è stata ricevuta dai consiglieri regionali della seconda commissione (Cultura), con i quali si è discusso di come la Regione possa intervenire in questa situazione disastrosa in cui i governi hanno ridotto la scuola.
Riccardo Berutti, rappresentante di ESP e iscritto ai Cobas Scuola, ha chiesto che prima di elaborare una legge quadro regionale (in programma nelle attuali intenzioni della giunta di maggioranza), occorre un confronto aperto con tutte le componenti che sono impegnate nella scuola, e nelle università, con tutte le forze sindacali, le associazioni, i rappresentanti degli studenti. Ha presentato la condizione di sofferenza che stanno vivendo i docenti precari, sottoposti a una condizione di incertezza, e di mobilità professionale continua, costretti a insegnare in luoghi lontani, senza diritto di alcun rimborso per le spese sostenute; e ora costretti dalle norme di legge ad acquisire a proprie spese l’abilitazione all’insegnamento, il possesso della quale diventerà la condizione necessaria per partecipare ai concorsi pubblici; un’abilitazione che si consegue frequentando corsi abilitanti di valenza nulla. Ricordando l’articolo 35 della Costituzione, ha ribadito la richiesta di una formazione gratuita e di qualità per il personale docente; ha poi presentato i problemi che derivano dall’applicazione delle nuove norme sul dimensionamento scolastico, che hanno dato luogo a scuole ingestibili; ha comunicato che è nato in Italia un Coordinamento Nazionale per l’inclusione, a cui ha aderito anche ESP (e a cui si aggiungono: CIPI, ILPROF.SPECIALIZZATO, DISS, RUI, Precari GPS sostegno, Docenti Sostegno specializzati con TFA in Italia, SENT). Il Coordinamento si propone di dare un contributo attivo alla realizzazione dell’inclusione di tutte le studentesse e di tutti i gli studenti; ha criticato aspramente il nuovo decreto 32/2025, che prevede la conferma dell’insegnante di sostegno a richiesta dei genitori; la stabilità degli insegnanti si assicura con la stabilizzazione del posto di lavoro. Non da ultimo Berutti segnala di prestare attenzione all’annunciato DI 45, in cui è prevista l’istituzione di graduatorie regionali per chiunque sia risultato idoneo da concorsi PNRR. Queste graduatorie non solo metterebbero ancora una volta in stand by l’attivazione di un doppio canale di reclutamento (da concorsi e da GPS), ma sarebbero graduatorie potenzialmente “aperte” a candidati idonei di altre regioni, prevedono dunque l’ingresso nella graduatoria Sardegna anche di docenti risultati idonei in prove concorsuali sostenute in altre regioni per posti banditi in altre regioni. In questo modo verrebbe istituzionalizzata, su base concorsuale, la cosiddetta call veloce. Si chiedono alla Regione tutele a questo riguardo, affinché le graduatorie siano tali solo e soltanto per i concorrenti che hanno deciso di svolgere il concorso in quella regione.
Ornella Demuru, esponente del Coordinamento Precari sardi in cattedra, ha chiesto l’applicazione dello Statuto speciale della Regione Sardegna, con l’approvazione di leggi di attuazione che permettano alla Regione di intervenire legittimamente in materia di istruzione, in coerenza con l’articolo 6 della Costituzione; senza una legge quadro, la Regione non può intervenire in modo strutturale sugli organici e per limitare il “dimensionamento”. Ha chiesto poi un reclutamento differenziato sul modello delle Provincie di Trento e Bolzano; l’introduzione della lingua e della cultura sarda nei programmi scolastici.
Alessandra Boi, del Comitato docenti idonei esclusi, ha ribadito le richieste di stabilizzazione del personale precario e delle condizioni di lavoro sempre più difficili, di un lavoro che non trova un adeguato riconoscimento sociale e politico, nonostante la preparazione degli insegnanti e il oro sacrificio quotidiano.
Andrea Degiorgi, dei Cobas Scuola ha denunciato la situazione creata dalla politica degli ultimi governi, che ha prodotto una situazione generalizzata di precariato nella scuola con 230.000 precari (record europeo) e ha introdotto il mercimonio dei titoli richiesti per insegnare. In una situazione di distruzione sistematica dell’istruzione pubblica, in cui è stato messo in crisi il funzionamento quotidiano delle scuole, ha chiesto che la Regione Sardegna, con i poteri conferiti dalle proprie prerogative, miri a fare degli interventi di tipo strutturale. Piuttosto che finanziare progetti estemporanei, come si è fatto con TuttiaIscol@ o Progetti, o finanziare l’intervento di esperti esterni, occorre favorire la preparazione di tutta la classe insegnante a cui oggi è richiesto un investimento di soldi notevole, a fronte di una preparazione di dubbio valore. La scuola sarda viene tutelata se c’è una classe insegnante motivata e preparata. E quello che sta avvenendo è davvero tragico.
Camilla Soru, Presidente della Commissione Cultura del Consiglio Regionale, ha replicato che la Regione potrebbe intervenire per abbattere i costi della formazione dei docenti, finalizzati all’acquisizione delle abilitazioni richieste dallo Stato, ma, ovviamente, occorre avere un quadro preciso del numero dei docenti coinvolti, per valutare l’impegno di spesa.
In secondo luogo, ha comunicato che è in progetto una Legge Regionale quadro per dare attuazione allo Statuto e perché la Regione acquisisca nuove competenze in materia di istruzione.
In questo progetto si può introdurre nei programmi l’insegnamento della Lingua e della cultura sarda.
Ha annunciato che nelle prossime settimane sarà varata una norma per l’introduzione dello psicologo e dell’educatore scolastico.
Sulla questione del dimensionamento, come è noto, la Regione Sardegna è già intervenuta quest’anno per limitare le riduzioni richieste dalle norme statuali. Occorre pensare a norme che tutelino la condizione di insularità per salvaguardare le scuole anche in zone periferiche.
In questo quadro, si può pensare a introdurre delle “premialità” per i docenti e a interventi per evitare che i docenti abbiano cattedre orario su due o tre scuole lontane.
Auspichiamo che la nostra richiesta di un’interlocuzione con tutte le forze sociali coinvolte nella vita della scuola abbia un seguito.
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Intervista sull’Invalsi a Sardignareporter: https://www.sardegnareporter.it/2025/05/domani-7-maggio-sciopero-nazionale-nella-scuola-al-centro-le-prove-invalsi/710662/


