A scuola di pace

A scuola di pace.
Fuori i militari dalla scuola,
dalla formazione, dall’orientamento


La scuola sta da tempo subendo un’intollerabile invasione di campo da
parte delle Forze Armate.
Ultimamente si segnalano due iniziative attraverso le quali l’Esercito entra a gamba tesa nei nostri istituti scolastici formulando proposte di collaborazione e formazione rivolte ai nostri studenti.


Cosa viene proposto?
In particolare, una prima iniziativa è costituita da open day e conferenze storiche e si inserisce
nell’ambito degli eventi collaterali alla commemorazione dell’80° anniversario della battaglia di El Alamein. L’attività viene presentata come occasione di scambio culturale tra paracadutisti e studenti, giocando sulla retorica dello spirito di sacrificio e del senso del dovere, che nulla ha a che fare con le aule scolastiche.


Perché non siamo d’accordo?
La storia dell’imperialismo novecentesco in Africa e tutto il contesto della Seconda Guerra
Mondiale, tra cui la battaglia di El Alamein, rappresentano una delle pagine più tragiche della storia italiana. Intere generazioni sono state mandate al macello in un disastro di proporzioni mondiali di cui il regime fascista rimane responsabile insieme agli alleati nazisti. Si tratta di un argomento la cui trattazione non può essere delegata alle Forze Armate.
Ribadiamo che non è certo compito dell’Esercito occuparsi di didattica e spiegare la storia a
scuola: questo è infatti il lavoro dei/delle docenti. Nessun contributo didattico può essere fornito dai militari alla discussione e alla comprensione dei fatti storici in ambiente scolastico.


Cos’altro viene proposto?
La seconda iniziativa riguarda un ciclo di conferenze di informazione e orientamento per le
scuole di ogni ordine e grado, proposto dall’Istituto Geografico Militare (IGM). Il 14 settembre
2022 l’Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana ha trasmesso alle istituzioni scolastiche una
comunicazione dell’IGM in cui si illustrano le attività. Il ciclo di conferenze occuperebbe quasi tutto l’anno scolastico, estendendosi dal 3 ottobre 2022 al 9 giugno 2023.
Per il primo ciclo si tratta di “presentare agli studenti l’Esercito Italiano, attraverso ausili video e linguaggio adeguato con il target anagrafico di riferimento”; le relazioni saranno tenute da personale dell’Esercito appartenente all’IGM o ai Reparti presenti nelle province, con l’eventuale affiancamento di “figure genitoriali in uniforme in qualità di testimonial, in grado di svolgere in prima persona l’azione di promozione della Forza Armata”. Per il secondo ciclo sono previsti interventi volti a orientare le classi sulle opportunità lavorative e professionali offerte dall’Esercito Italiano, attraverso la visione di video e conferenze orientate anche alla
commemorazione del Giorno dell’Unità Nazionale e della Giornata delle Forze Armate (dal 10
ottobre al 4 novembre 2022), e del 150° anniversario della costituzione dell’Istituto Geografico Militare (27 ottobre 2022). Altre conferenze saranno orientate su “tematiche di carattere storico/ civico aderenti ai relativi programmi degli Istituti Scolastici”. Al termine degli incontri, per tutti gli ordini di scuola, saranno distribuiti gadgets della Forza Armata (adesivi, poster, quaderni, matite, penne, ecc.).


Perché non siamo d’accordo?
Si tratta di iniziative che a nostro avviso invadono in modo inaccettabile l’attività didattica e la sfera di azione del corpo docente. Riteniamo inammissibile che l’esercito tenga lezioni di “carattere storico/civico” poiché questa è precisamente la funzione e il ruolo degli insegnanti.
Siamo convinti che non può esistere comunanza di intenti tra l’esercito e la scuola, il cui
compito è stimolare lo sviluppo di una coscienza critica della storia fuori da ogni fascinazione di natura militare.
In un momento in cui gli scenari internazionali preoccupano sempre di più e sul territorio pisano si rischia la costruzione di una base militare che renderebbe il nostro ambiente ancora più vulnerabile e inquinato, l’ingresso nella scuola delle Forze Armate è l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno.


Cosa si può fare?
Chiediamo a tutte le RSU della Provincia di Pisa e di Livorno e al personale tutto della scuola di opporsi a questo tipo di iniziativa:

  • prendiamo posizione
  • deliberiamo contro queste proposte nei collegi docenti e nei consigli di istituto
  • condividiamo le informazioni che arrivano dalle nostre scuole
    e socializziamo la stesura delle delibere
  • teniamo al riparo i/le nostri/e studenti dalla retorica militare e da logiche
    che niente hanno a che vedere con la pedagogia, la didattica, l’istruzione scolastica e la formazione dell’individuo.
    Cobas Scuola Pisa e Livorno
    La scuola è e deve rimanere luogo di pace.

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