RWM: UN PIANO DI SICUREZZA MOLTO INSICURO

Come Cobas Scuola Cagliari ci riconosciamo impegnati nei processi di disarmo e nell’antimilitarismo, parti attive nell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole, e dai primi tempi della nostra costituzione abbiamo appoggiato le lotte contro un fenomeno industriale del nostro territorio che specula sulle guerre: la RWM Italia SpA, fabbrica di bombe situata a Domusnovas (con casa madre a Ghedi, Brescia).

Questa ditta di capitale interamente tedesco (della Rheinmetall, colosso dell’industria militare) nel 2010 rilevava una fabbrica di esplosivi per miniere e in due anni la convertiva ad una produzione interamente bellica: per lo più bombe da aereo della serie Mk. Il grande balzo in avanti dei profitti avviene con la guerra in Yemen: le bombe vendute alla coalizione saudita portano lo Yemen alla catastrofe umanitaria di cui si è parlato anche dai nostri media, e la RWM di Domusnovas a un formidabile piano di ampliamento con cui triplicare la produzione dei suoi ordigni mortali. L’ampliamento viene portato avanti con escamotage amministrativi privi di legittimità che approdano, dopo ricorsi attivati da comitati e associazioni, a due sconfitte dell’RWM davanti al tribunale del Consiglio di stato, e all’imputazione di numerosi illeciti a carico dei manager dell’azienda e di alcuni funzionari comunali di Iglesias e Domusnovas.

Tra le eclatanti illegalità c’è la vergogna del piano di emergenza delle aree esterne (PEE), risalente al 2012, anno in cui la produzione era ancora in gran parte ad uso civile, che viene lasciato senza nessun adeguamento sino al marzo 2023 mentre per legge il PEE dovrebbe essere oggetto di revisione triennale e in ogni caso adeguato ai cambiamenti di produzione. Così lo scorso marzo la Prefettura di Cagliari si è decisa a pubblicare la nuova proposta di PEE, ma con quali lacune e carenze!

Abbiamo spedito le nostre osservazioni dettagliate alla Prefettura e ai comuni di Iglesias e Domusnovas, osservazioni che riguardano la produzione dello stabilimento – nella proposta di PEE si omette che è un impianto chimico per la produzione di esplosivi – non vengono considerati i danni che comporta un eventuale incidente: non solo l’onda d’urto di una possibile esplosione ma anche i rischi di incendio e la diffusione di sostanze tossiche, con conseguente danno ambientale e necessità di disinquinamento. Si indica lo scenario incidentale del poligono per test esplosivi (campo prove R140) che è stato giudicato abusivo dalle sentenze e quindi non può essere operativo, mentre si omettono completamente due unità produttive, di cui una è un deposito di liquidi altamente infiammabili sito nell’area industriale di Iglesias in prossimità della ferrovia e della strada statale.

Altro fattore trascurato di rischio è l’ubicazione dello stabilimento, non in un sito industriale ma in una zona “bianca” dal punto di vista urbanistico, tra regione boschiva e pascolo cespugliato soggetto a incendi estivi (verificatisi anche di recente) che  non gode di una viabilità adeguata: è collegato da una strada provinciale larga 4 metri a doppio senso di marcia (SP4 Domusnovas-Villacidro) che comporta di per sé rischi, visto che è percorsa da mezzi che trasportano carichi pericolosi, e sarebbe inadeguata in caso di emergenza. Nel piano d’emergenza sono trascurati i danni ambientali in caso di dispersione di sostanze inquinanti, cui potrebbe contribuire anche la presenza di un torrente, il Rio Figu, che attraversa in mezzo l’area dello stabilimento e affluisce nel fiume Cixerri (che fornisce acqua per usi agricoli e potabili a vari comuni). Lo stesso Rio Figu comporta  rischio idrogeologico (anche questo non considerato nel PEE) perché ad alto rischio di esondazione nella stagione di piena.

Inoltre la legge prevede che la popolazione sia consultata sui piani di emergenza, cosa che riteniamo davvero indispensabile per fare emergere le carenze e la necessità di integrazione di questo PEE;  le osservazioni che abbiamo depositato sollecitano la prefettura ad un effettivo confronto pubblico senza limitarsi alla pubblicazione della proposta di PEE sul proprio sito web e su quello dei comuni interessati (Iglesias e Domusnovas).

In tale direzione andavano le richieste che abbiamo portato davanti al viceprefetto quando il 6 aprile, insieme ad altre associazioni (Italia Nostra), comitati (Per la riconversione dell’RWM, Cagliari Socialforum, Disarmisti esigenti, Madri contro la repressione, Movimento non violento, e altri)  e sindacati di base (l’USB, oltre ai Cobas) abbiamo attuato un presidio di protesta presso la prefettura di Cagliari e abbiamo chiesto e ottenuto di essere ricevuti. Abbiamo chiesto che questa indecente proposta di aggiornamento del PEE venga ritirata, corretta e integrata, e poi, prima dell’approvazione, sia  presentata alla popolazione per mezzo di assemblee pubbliche in presenza.

 Cobas Scuola Cagliari, Esecutivo provinciale

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