IL 26 MARZO SCIOPERIAMO PER UN NETTO CAMBIO DI ROTTA NELLE POLITICHE SCOLASTICHE

Nonostante i proclami di svolta, anche il nuovo governo sembra operare in continuità con il passato: la pubblicazione del rapporto Bianchi sulla scuola mostra come il nuovo ministero voglia proseguire nella strada dell’autonomia scolastica e della privatizzazione dei servizi.
Crediamo che occorra una radicale reimpostazione del Recovery Plan per la scuola che cambi la prospettiva sulla scuola pubblica, oggetto di tagli e riduzioni ormai da molti decenni.

  • Occorre intervenire strutturalmente sul numero degli alunni per classe, riducendo a 20 il numero massimo di alunni per classe (15 in presenza di alunni diversamente abili), in modo da favorire una maggiore efficacia didattica e garantire la sicurezza della scuola in presenza.
  • Contestualmente occorre intervenire sugli organici del personale.
    Per gli ATA occorre rideterminare i parametri di calcolo. Oltre che del numero degli alunni, per i collaboratori scolastici bisogna tener conto del numero dei plessi, della grandezza degli spazi (palestre, uffici, laboratori) e del grado della scuola, nonché della presenza di lavoratori con mansioni ridotte; per gli assistenti amministrativi, dell’aumento di complessità del lavoro, sempre più impegnativo.
    Occorre assumere assistenti tecnici di area informatica in tutte le scuole.
  • E’ urgentissimo procedere a stabilizzare i precari che a settembre 2021 potrebbero superare le 250.000 unità. Per assicurare una stabilizzazione immediata, occorre assumere tramite concorsi per soli titoli i docenti con 36 mesi di servizio e gli ATA con 24 mesi. Ed è indispensabile eliminare il vincolo quinquennale che costringe il personale docente a sacrifici insopportabili economicamente ed esistenzialmente: altrimenti il passaggio in ruolo diventa una condanna all’inferno.
  • In ultimo è urgente investire in modo strutturale nell’edilizia scolastica sia per reperire nuovi spazi, sia per garantire la sicurezza e la riduzione dell’impatto ambientale.

Solo garantendo queste condizioni, sarà possibile garantire la vita della scuola pubblica nell’epoca della pandemia.

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